Nel nostro Paese c’è una spaventosa ignoranza teologica, soprattutto nei giovani che studiano filosofia, ma non si può studiare la filosofia senza la teologia. Ancora: filosofia e teologia non solo entrano in dialogo fra loro, ma sono amiche, perché entrambe indagano la trascendenza o quanto meno l’autotrascendenza dell’uomo. Sono alcune delle conclusioni del dibattito svoltosi ieri all’Università Cattolica fra il cardinale Angelo Scola e il filosofo Massimo Cacciari sul tema “Saperi in dialogo. Quale ruolo per la teologia?”

Dopo il saluto del rettore Franco Anelli, che ha evidenziato come l’ateneo dei cattolici italiani sia chiamato a formare i giovani con un approccio integrale attraverso un’azione educativa, e dell’assistente generale Claudio Giuliodori, per il quale il teologo deve camminare nelle pieghe della storia, ha preso la parola il filosofo di Venezia che ha subito precisato come la filosofia e la teologia abbiano un rapporto privilegiato. Distinguendo però tra sapienza e conoscenza, come nella tradizione filosofica che proviene dall’antica Grecia.

“Ma filosofia e teologia non devono ridursi a un sapere come gli altri, e la teologia non può presumere di tornare ad essere quel sapere che unifica tutti gli altri com’era in passato”, ha detto Cacciari. Il quale poi ha ricordato che “la cosa ultima della filosofia è Dio, mentre nel caso cristiano, del tutto peculiare rispetto agli altri monoteismi, la teologia è appesa alla Croce”.  Assieme alla teologia, la filosofia indaga l’uomo come possibile, come trascendenza, e rivendica lo spazio dell’impossibile, di ciò che può andare oltre l’umano.

Gli ha fatto eco l’arcivescovo emerito di Milano, il quale si è chiesto se la teologia, “che è sapienza e sapere insieme, è ancora degna di stare al tavolo del dialogo con gli altri saperi”. Per continuare a farlo essa deve dimostrare di essere aperta a tutti i saperi senza nessuna delimitazione a priori, compreso il mondo della tecnoscienza che si pone oggi come paradigma dominante. “In questo senso la teologia – ha precisato Scola – si pone come un ostacolo alla deriva della frammentazione dei saperi. Una frammentazione che spesso finisce per porre divieti al fatto che si possa perseguire ciò che è ritenuto impossibile o inconoscibile, come se la trascendenza o l’autotrascendersi non siano più rilevanti o interessanti per l’uomo del XX secolo”. Teologia e filosofia alleate sono capaci di abbracciare il reale e di offrire uno sguardo sintetico alla conoscenza contemporanea.