L’arbitrato internazionale è uno strumento di importanza fondamentale per la soluzione delle controversie che possono sorgere tra le parti di un contratto internazionale. A fare chiarezza su questo metodo è stato Ugo Draetta, già ordinario di Diritto dell’Unione europea all’Università Cattolica, a partire dalla presentazione del suo ultimo libro The Dark Side of Arbitration (Juris, 2018), svoltasi il 21 febbraio alla presenza di docenti e studenti della facoltà di Scienze politiche e sociali.           

Alla presentazione, introdotta dai saluti del preside Guido Merzoni e del direttore del Dipartimento di Scienze politiche Damiano Palano, sono intervenuti Andrea Santini, l’allievo che l’ha sostituito sulla cattedra di Diritto dell’Unione Europea, Antonio Crivellaro, avvocato dello studio legale BonelliErede e direttore responsabile della rivista Diritto del commercio internazionale, Nicoletta Parisi, componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Già ordinario di Diritto dell’Unione europea all’Università Cattolica, Ugo Draetta è un profondo conoscitore del mondo dell’arbitrato internazionale avendo maturato una lunga esperienza in questo ambito prima come legale d’impresa, poi dal 2000 come arbitro indipendente coinvolto in più di 80 procedimenti arbitrali. «Nel suo volume Draetta fa leva su questa sua ricca esperienza per illuminare quello che chiama “The dark side of arbitration” ossia per discutere tutti quei comportamenti degli attori coinvolti nel procedimento arbitrale che, senza essere contrari alle regole che disciplinano il procedimento, ne possono comunque minare l’integrità, l’efficacia e l’affidabilità», ha detto il professor Santini dando il via al dibattito.

Nel corso della presetnazione i relatori si sono confrontati su alcune tematiche del volume, ovvero il metodo di composizione stragiudiziale delle controversie, intercorse tra soggetti di diritto di diversi Stati, che deferisce la decisione ad arbitri (anche in collegio) scelti dalle parti.

Il problema riguarda proprio i comportamenti degli arbitri alla luce di prassi diffuse e di decisioni giurisprudenziali che il professor Draetta ha esaminato con l’analisi dei lati oscuri dell’arbitrato e con l’individuazione delle opportune misure caratterizzate da professionalità, evidenziando la capacità di coniugare l’attività professionale con la competenza scientifica, gli aspetti pubblicistici delle relazioni internazionali con quelli privatistici.

Emerge altresì la passione e lo spirito costruttivo con cui ha affrontato il suo impegno in vista del bene comune onde evitare atteggiamenti scorretti. Il volume, infatti, descrive aneddoti che rappresentano un campionario di condotte non conformi e pratiche autolesionistiche, insomma una specie di “bestiario” di comportamenti da evitare, e sottolinea quelli positivi come la neutralità quale obbligo di indipendenza dell’arbitro, il compito dell’avvocato di illustrare con serenità e competenza le ragioni del suo cliente, in generale la lealtà delle parti.