«I nostri popoli hanno diritto alla pace. Voi avete diritto alla pace». Nell’omelia della messa celebrata allo stadio Zimpeto, davanti a circa 60mila persone che lo hanno accolto con danze e balli nonostante la pioggia – che in questo angolo del mondo è un benedizione –, il Papa è tornato sui temi già presenti nel suo primo discorso in Mozambico e ha pronunciato ancora una volta una delle parole-chiave della prima tappa del suo viaggio apostolico in Africa. 

«È difficile parlare di riconciliazione quando sono ancora aperte le ferite procurate da tanti anni di discordia, oppure invitare a fare un passo di perdono che non significhi ignorare la sofferenza né chiedere che si cancelli la memoria o gli ideali» ha riconosciuto Francesco: «Nonostante ciò, Gesù Cristo invita ad amare e a fare il bene. E questo è molto di più che ignorare la persona che ci ha danneggiato o fare in modo che le nostre vite non si incrocino: è un mandato che mira a una benevolenza attiva, disinteressata e straordinaria verso coloro che ci hanno ferito. Gesù, però, non si ferma qui; ci chiede anche di benedirli e di pregare per loro, che cioè il nostro parlare di loro sia un dire-bene, generatore di vita e non di morte, che pronunciamo i loro nomi non per insulto o vendetta, ma per inaugurare un nuovo rapporto che conduca alla pace». 

«Gesù non è un idealista, che ignora la realtà» ha spiegato il Papa: quando dice “amate i vostri nemici”, sta parlando “del nemico concreto, del nemico reale: “colui che ci odia, ci mette al bando, ci insulta e disprezza il nostro nome come infame».

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La foto in alto è tratta da Vatican News