Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Giovanni (Gv 6, 44-51)

Ascolta "Insostenibili eccedenze metaforiche" su Spreaker.

Ognuno di noi ha bisogno di parola e di pane, di senso e di ciò che lo alimenta. Parola e pane nelle parole di Gesù sono intrisi di una potenza che va al di là del bisogno immediato e lascia scoperto il grande desiderio. Per descriverlo Gesù ha parole ardite: «Io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,44) e «chi crede ha la vita eterna» (Gv 6,47). Parole che, forse, in questi giorni, hanno oppresso i nostri pensieri, scoperchiato i nostri dubbi o consolato le nostre ferite.

Ma ora, sulla bocca del Rabbi, quella metafora del pane, che va oltre il bisogno di sopravvivenza e apre al desiderio di infinito compimento, acquista un’insostenibile eccedenza: «Io sono il pane il della vita» (Gv 6,48) e «il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51). Eccedenti ben oltre la promessa della vita eterna. Perché la comunione con la Sua persona è già essere nella vita eterna. E tale comunione non è un trasporto spirituale, ma è profondamente incarnata, pulsante di vita vissuta e non di vita immaginata. Per essere con Lui, Lui dice di essere in noi. Perché solo così sarà per noi compimento di ogni desiderio di vita.

Pier Davide Guenzi, docente di teologia