“Immergersi nella bellezza”. Quante volte è capitato di pronunciare queste parole davanti a un quadro, o a una scultura, o a una melodia che comunica emozioni. Entrando nel vivo della sua realtà e rendendola un’esperienza unica: ecco cosa significa immergersi nell’opera d’arte. 

Anche in questo tempo di crisi in cui le mura delle nostre case sembrano separarci dal mondo, i confini si allargano grazie alle opportunità offerte dalla tecnologia. Oggi possiamo entrare virtualmente in molti musei e teatri di tutto il mondo, viaggiare con gli occhi, e non solo con la fantasia, per vedere mostre o ascoltare musica.
Dalla Pinacoteca di Brera a Milano alla Galleria degli Uffizi a Firenze, dai Musei Vaticani a Roma al Museo nazionale di archeologia di Atene, dal Prado di Madrid al Louvre a Parigi, dal British Museum londinese al Metropolitan di New York o all’Hermitage di San Pietroburgo: in pochi istanti possiamo fare il giro del mondo e accedere ai tesori più preziosi del pianeta.

«I virtual tour sono canali di comunicazione che avvicinano, in una fase di separazione, ai contenuti, alle persone, ai modi con cui i musei vengono gestiti» afferma Francesco Tedeschi, esperto di arte contemporanea e docente dell’ateneo. «Un tempo ci si innamorava delle opere d’arte attraverso le cartoline perché le opere sono vive. Oggi esse possono dare un messaggio anche attraverso la riproduzione in un’immagine virtuale».

Per orientarci nel panorama artistico di questi giorni abbiamo chiesto al professore di guidarci in un percorso originale a spasso tra le più valide mostre attuali.

Sono molti i suggerimenti a cominciare da una mostra straordinaria che corrisponde al tempo che stiamo vivendo che parla di memoria, distacco, fragilità, morte intesa come rapporto con l’altro e con il passato. È dedicata a Christian Boltanski ed è visitabile al Centre Pompidou di Parigi, guidata direttamente dal direttore del museo.

La seconda meta è la mostra su Raffaello presso il Quirinale a Roma che coniuga molto bene l’arte storica del passato con il tempo presente. 

Per restare nell’epoca moderna ci spostiamo a Madrid per la terza tappa. Si tratta della mostra in corso fino al 24 maggio al Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza su Rembrandt e il ritratto della pittura del Seicento. Un vero virtual tour sala per sala permette al visitatore di avvicinarsi al quadro come nella realtà.

Un’altra mostra suggerita è “La rivoluzione della luce”, un’esposizione sul Divisionismo in corso a Novara presso il castello visconteo sforzesco fino al 5 maggio. 

Dal Piemonte ci trasferiamo oltre oceano e entriamo al Moma di New York per visitare la splendida mostra dedicata a Felix Fénéon, primo critico estimatore del neoimpressionismo francese e che ha realizzato in Francia la mostra dei futuristi con Marinetti nel 1912. A partire dal 16 aprile si potrà effettuare il virtual tour

Un altro appuntamento ci richiama nella nostra capitale per ammirare alcune delle più belle opere dell’artista contemporaneo Jim Dine al Palazzo delle esposizioni. Fino al 2 giugno si potranno vedere la documentazione fotografica degli Happening del 1960, i quadri di quegli anni, fino alle sculture più recenti tra le quali quelle dedicate alla figura di Pinocchio.

Poiché la realtà virtuale non ha confini possiamo tornare al Moma che dal 23 aprile propone anche una mostra su Donald Judd, uno dei più importanti esponenti americani del minimalismo. 

E di nuovo torniamo in Europa e ci fermiamo al museo Stedelijk di Amsterdam per un percorso guidato di quaranta minuti alla mostra di Nam June Paik, primo artista di video arte. Un’esposizione che ci proietta nel più recente presente. 

Per chiudere il tour artistico arriviamo all’Hangar Bicocca di Milano dove si può ammirare lo spettacolare lavoro di Cerith Wyn Evans, l’artista concettuale gallese che presenta una selezione di ventiquattro opere tra sculture storiche, complesse installazioni monumentali e nuove produzioni, che offrono ai visitatori un’esperienza sinestetica unica. 

«Siamo in un’epoca in cui l’informazione ha scavalcato qualsiasi barriera» conclude Tedeschi. «Ora che tutto è virtuale ci rendiamo conto di quanto questa soluzione permetta di supplire alle cose che non possiamo fare. Il giro del mondo non possiamo farlo ogni mese. Così invece possiamo recuperare le mostre di cui non avremmo mai potuto fruire. Una possibilità da riusare».