di Enrico Reggiani *

Ogni anno è un anno mozartiano, un’occasione preziosa e propizia per celebrare il genio di colui che, come scrisse il poeta inglese vittoriano H. D. Rawnsley (1851-1920) nel 1891, “lasciando qui sulla terra l’incompiuta partitura,/ salì al cielo, cantando, con respiro d’angelo, la musica da requiem dell’eterna pace”.

Ogni anno è un anno mozartiano anche grazie ad aritmetiche e numerologie spesso fantasiose che sfruttano la particolare combinazione numerica che lega gli anni della nascita (1756) e della morte (1791) per magnificare i numerosi vertici della vicenda compositiva mozartiana: ecco, dunque, l’anno del meglio della sua produzione pianistica, quello delle sue meraviglie operistiche, quello delle gemme sinfoniche, ecc.

Nell’anno in cui si celebrano i 260 anni della nascita di Mozart - come in molte altre parti d’Italia, d’Europa e del mondo - anche in Università Cattolica il Coro e l’Ensemble di Note d’InChiostro dedicheranno un concerto al Genio di Salisburgo. Il suo programma non intende ripercorrere sentieri risaputi, né riecheggiare facili abitudini d’ascolto: si tratta, invece, di una serie di brani raffinati e impegnativi per la compagine formata per lo più da studenti e laureati dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che animeranno la festa di suoni mozartiani con intelligenza espressiva, entusiasmo giovanile e solida preparazione tecnica.

L’obiettivo del concerto è offrire una panoramica stimolante dal punto di vista musicale e culturale dell’esperienza mozartiana tra il 1768 ed il 1788, tra Vienna e Salisburgo, tra l’ambito sacro (vocale e strumentale) e quello cameristico per strumenti a fiato: verranno infatti eseguiti il Benedictus Sit Deus K 117 (Vienna, 1768), la Messa K 259 Orgelsolo-Messe per coro e orchestra (Salisburgo, 1776), due Kirchensonate K 244 e K 263 (Salisburgo, 1776), il Divertimento per fiati K 439b (Vienna, 1783) e il Trio per archi K 563 (Vienna, 1788).

In una sorta di ghirlanda musicale, le forti sonorità dell’intero complesso che realizzerà la Messa K 259 (con la presenza di trombe naturali e timpani barocchi) s’intrecceranno a quelle delle formazioni più ridotte, capaci d’inflessioni più intimistiche ma altrettanto complesse, giacché la scrittura del Trio e del Divertimento ha conosciuto interpreti degni della migliore tradizione esecutiva.

* coordinatore cultural-accademico di Note d’inChiostro, docente di Letteratura inglese alla facoltà di Scienze linguistiche - Milano


Ensemble di Note d’inChiostro
Violini I: Luviona Hasani, Ilze Circene, Francesca Calegari, Stephen Beszant
Violini II: Anna Fresia, Andon Manushi, Andela Jelic, Laura Bosso, Luciana Lopes
Violoncelli: Francesca Bongiorni, Francisco Moreno
Contrabbasso: Margherita Carbonell
Organo: Matteo Marni
Clarinetti: Federico Piaia, Federica Gerosa
Oboe: Mariano Amirante
Flauti: Francesco Marzano, Eleonora Zaffuto
Timpani: Nicola Moneta
Trombe: Andrea Bracco, Davide Giacuzzo

Coro di Note d’inChiostro
Soprani: Eleonora Filipponi, Alessandra Fusca, Claire Cardinaletti, Chiara Filomeni, Beatrice Zaccone, Charlotte Sceats, Leyla Beck
Contralti: Giulia Grassi, Federica Belloli, Kyawt Thisi, Aleksandra Mamlina, Eva Puschautz, Annalisa Imperiale  
Tenori: Vittorio Dante Ceragioli, Paolo Tormene, Pierre Galassi, Luca Montagner, Tommaso Lazzarini,
Bassi: Dario Pettenon, Carlo Mazzola, Vito Maino, Ivan Dario Lozano Ruge, Claudio Passera, Victor Andrini, Roberto Gelosa