Continua il dibattito aperto dall’articolo intitolato Scuola paritaria, non chiamatela privilegio, un percorso di approfondimento per sfatare molti luoghi comuni, comparare la situazione italiana con quella degli altri Stati europei, conoscere un mondo vitale e inclusivo, trovare soluzioni per dare vita a un sistema scolastico integrato e plurale


Se il benessere di una comunità si vede dalla capacità di fare rete e dimostrarsi più forti della somma dei singoli componenti, di sicuro Brescia ne è un esempio virtuoso. In questi mesi d’emergenza sanitaria i bresciani hanno dimostrato di saper reagire al meglio, donando più di 17 milioni di euro a supporto della sanità locale dall’inizio della pandemia. Davide Guarneri, responsabile per il coordinamento delle scuole cattoliche della diocesi di Brescia, racconta di come solidarietà e vicinanza abbiano mantenuto intatto anche il comparto delle scuole paritarie cattoliche bresciane. 

Proprio per la loro natura capillare, questo tipo di istituti, spesso piccoli, radicati nel territorio e gestiti da parrocchie, congregazioni e fondazioni, di frequente sono state le prime a livello nazionale a risentire della crisi economica legata al Covid 19. Nel caso bresciano a salvare la situazione è stata proprio l’idea di rete e la convinzione che fosse fondamentale non lasciare indietro nessuno: «Ogni situazione le scuole ci abbiano presentato, abbiamo cercato di risolverla insieme – racconta Guarneri – e già prima del Covid avevamo distribuito 40mila euro di sussidi per famiglie in difficoltà. Durante questo periodo abbiamo ricreato il fondo, che non è la soluzione di tutto, ma abbiamo comunque raccolto 200mila euro che andranno a sostenere principalmente il rilancio, e non solo la gestione dell’emergenza. Nell’amministrare il fondo, le scuole stesse ci hanno chiesto di premiare gli istituti che hanno introdotto il maggior numero di migliorie a seguito della pandemia. Abbiamo, insomma, cercato di cogliere questa difficoltà come una sfida per migliorarci».
 
Una risposta di welfare privato, quella che racconta Davide Guarneri, che dimostra come visione d’insieme e vicinanza tra le realtà locali possano essere la salvezza di un territorio: «Se un parroco sa, per esempio, di avere quest’anno una passività di 15mila euro, sa anche che 6 o 7mila li raccoglierà dagli imprenditori locali e alla fine, quindi, non chiederà al vescovo somme eccessive. Questo momento segna la fine dell’autoreferenzialità: chi resta da solo muore».
 
Tuttavia, questa necessità di fare rete con imprenditori e cittadini nasce anche da una mancata applicazione del principio di parità scolastica, sancito dalla nostra carta costituzionale: «L’articolo 33 della Costituzione – spiega Guarneri - parla di equipollenza di trattamento degli studenti. Lo Stato non è tenuto a finanziare la costruzione di nuove scuole private, tuttavia avrebbe il dovere di trattare nel medesimo modo gli studenti di ogni scuola. Questo, almeno in teoria, significherebbe fornire a tutti mascherine e test sierologici in questo momento di pandemia. Invece con la fondazione Comunità e Scuola ci siamo ritrovati a dover raccogliere mascherine, gel igienizzante e altro materiale, quando invece le scuole statali hanno ricevuto una sovvenzione per acquistarli».

Durante il periodo di pandemia, anche nel contesto bresciano circa il 10% delle famiglie con figli iscritti a scuole paritarie non è riuscito a pagare la retta. Questo, in contesti meno preparati e coesi, ha portato al collasso finanziario alcuni istituti che già vivevano situazioni di precarietà economica. A Brescia, racconta Guarneri, un tempestivo ricorso alle fondazioni private ha scongiurato quest’eventualità. Un encomiabile esempio di comunità, sicuramente, che però non colma il vuoto lasciato dall’ormai nota disparità di fondi pubblici tra scuole statali e paritarie.

Nonostante permangano, a livello nazionale, enormi difficoltà, e ancora numerosi istituti non abbiano trovato risposta ai propri problemi finanziari, qualcosa anche a livello governativo si è comunque mosso. Il bonus di 300 euro annui in più per ogni studente delle paritarie, contenuto nel DL Rilancio e voluto da numerose parti politiche, «è una misura che potrebbe essere significativa se venisse riconfermata anche nel 2021. Abbiamo creato un precedente, ma solo se verrà tutto riproposto significherà che è stato intrapreso un percorso virtuoso».
 
Rimane viva, quindi, la speranza che qualcosa cambi, e che il Coronavirus possa essere un’occasione per raggiungere una reale parità scolastica.


Settimo di una serie di articoli dedicati al sistema delle scuole paritarie in Italia