«Stiamo cercando di redigere in modo più completo e attinente possibile al testo del Codice della crisi d’impresa un emendamento per fare modifiche alla legge n. 3 del 2012: ci stiamo provando anche per capire quale sarà il veicolo normativo utile per portarle avanti». Lo ha anticipato il presidente della Commissione bilancio del Senato Daniele Pesco, intervenendo al webinar di mercoledì 17 giugno dedicato al tema del sovraindebitamento. Un incontro promosso dall’Università Cattolica e dall’Associazione dei docenti di Diritto dell’Economia (ADDE) proprio con l’obiettivo di chiedere un intervento di riforma urgente della legge n. 3 del 2012, con l’entrata in vigore immediata di parte delle norme in tema di sovraindebitamento introdotte dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d.lgs. n. 14 del 2019), - cosiddetto CCI - , per far fronte alla grave crisi economica che sta impoverendo famiglie e imprese italiane a seguito della pandemia.



«Il Codice della crisi è stato necessario rinviarlo perché l’opinione pubblica lo vedeva in maniera troppo allarmistica e quindi si è pensato bene di posticiparlo», ha detto il senatore Pesco. Tuttavia «queste norme possono essere utili per ripartire e piano piano faremo in modo che siano al più presto utilizzabili». Inoltre, ha aggiunto, «quello che manca ancora di utile sul sovraindebitamento è rendere più fluida possibile la modalità di e per accedere alla procedura. Ma servono soldi e quindi ritenterò di proporre un fondo pubblico utile per le persone che sono in difficoltà per potersi almeno pagare le spese di istruttoria per le procedure di sovraindebitamento e accedere a questi strumenti». Sempre nel corso del webinar il presidente Commissione ha fatto sapere che ci sarà una «maggiore comunicazione», attraverso tutti i canali disponibili, per far conoscere ai cittadini le ultime misure come il “Cura Italia” e il Superbonus al 110%. «Su quest’ultimo ci sarà da fare molta informazione: un provvedimento che è stato emanato attraverso un decreto ma che attualmente è in modifica alla Camera e verrà cambiata parecchio sulla procedura».

«Il nostro Paese ha bisogno di progetti concreti che diano evidenza di un terreno ricco di positività e per questo servono soluzioni che siano percorribili», ha affermato Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore vicario dell’Università Cattolica e presidente ADDE, tra i promotori dell’incontro in diretta sui canali social dell’Ateneo dal titolo “Il sovraindebitamento nello scenario post Covid-19: soluzioni normative e operative”.

«Quello del sovraindebitamento è un tema di enorme rilievo sociale che in questa fase post Covid sta crescendo di dimensione colpendo famiglie, lavoratori e, a cascata, tutto il sistema economico-produttivo italiano», ha osservato la professoressa Sciarrone Alibrandi. «Su questo tema ci stiamo interrogando con l’obiettivo di proporre soluzioni per contenere gli effetti devastanti della pandemia». Già prima dell’emergenza sanitaria, ha aggiunto il prorettore vicario, «l’Università Cattolica stava lavorando su queste tematiche, sia con la creazione di un Tavolo di lavoro, che si sta trasformando in un osservatorio permanente, realizzato in collaborazione con Caritas Ambrosiana e Fondazione San Bernardino su invito della Diocesi di Milano, sia con la pubblicazione del quaderno sul Sovraindebitamento curato dal Competence Center Cetif».

Un fenomeno quello del sovraindebitamento che rischia di esplodere notevolmente con gli effetti del Coronavirus. Basti pensare, come ha detto Giustino Trincia, consigliere Fondazione Salus Populi Romani citando uno studio del sociologo Maurizio Fiasco, che solo nel 2018 erano due milioni le famiglie già sovraindebitate, accanto a cui c’era una area di circa 5 milioni di famiglie a rischio.

La stessa legge n.3 che regola il sovraindebitamento dal 2012, che già in questi anni di applicazione ha presentato una serie di limiti e di criticità, risulta poco attuale per far fronte alle nuove esigenze economiche scatenate dalla crisi sanitaria. Su questo fronte «il Codice della crisi d’impresa ha elaborato nuove soluzioni giuridiche in maniera apprezzabile solo che è stato fatto slittare di un anno», ha chiarito la professoressa Sciarrone. Di qui l’idea insieme ad alcuni colleghi di «presentare una postilla di riforma normativa introiettando nella legge 2012 alcune soluzioni già contenute nel Codice».

È toccato a Nicola Soldati, docente di Diritto dell’Economia Università di Bologna, indicare alcune modifiche da introdurre che riguardano: le procedure familiari che consentono un evidente risparmio in termini di costi di accesso e, conseguentemente, permettono una maggiore soddisfazione percentuale del ceto creditorio; l’accesso del consumatore alle procedure proprie del consumatore anche da parte del socio illimitatamente responsabile e astrattamente fallibile; il blocco del pagamento delle rate relative a contratti di finanziamento da rimborsarsi mediante CQS, CQP e DEL; l’esdebitazione automatica anche nella procedura di liquidazione del patrimonio; l’esdebitazione dei soci illimitatamente responsabili a seguito dell’esdebitazione della società; la possibilità per il debitore incapiente di avere accesso all’esdebitazione.

Accanto a un urgente intervento di riforma - che a detta di Ernesto Savona, direttore Centro di Ricerca Transcrime va fatto subito «perché ogni ritardo crea solo opportunità per la criminalità» - occorre agire anche su altri piani secondo Trincia. «Il primo è quello della prevenzione, il secondo dell’ascolto empatico e affiancamento qualificato delle famiglie coinvolte; il terzo e quello dell’educazione finanziaria».

Al dibattito, moderato dal giornalista de Il Sole 24 Ore - Radio24 Mauro Meazza, erano presenti anche Antonio Didone, già presidente di Sezione Corte di Cassazione, Paolo Fiorio, responsabile Servizio Legale Nazionale Movimento Consumatori, Giuseppe Limitone, coordinatore Sezione Fallimentare Tribunale di Vicenza, Felice Ruscetta, presidente del Comitato Scientifico Associazione Nazionale ADR e Crisi.