di Federica Guidotti e Asako Kuroda

Fabio LarovereUn festival delle luci che accenderà il castello di Brescia, in linea con l’esperienza di importanti città europee. È quanto farà dall’11 al 15 febbraio “CidneOn”, l’iniziativa promossa dall’associazioni Cieli vibranti e Amici del Cidneo, il colle su cui sorge il maniero, tra i simboli della città. Direttore artistico della manifestazione, che si svolge nei giorni delle feste patronali di Brescia, dedicate ai Santi Faustino e Giovita, è il professor Fabio Larovere (a destra), docente di Storia dei valori artistici del territorio alla facoltà di Scienze linguistiche nella sede di Brescia dell’Ateneo.

«L’idea di un festival delle luci in castello a Brescia ci è venuta osservando l’esperienza di altre importanti città europee che ospitano iniziative simili, da Lione a Praga, sino ad Eindhoven, in Olanda, con la quale abbiamo poi costruito una collaborazione “tecnica” per realizzare “Cidneon”» racconta il professor. «La concreta possibilità di dare vita al festival è però merito del Comitato Amici del Cidneo, un gruppo di cittadini bresciani che ha preso a cuore il colle e il suo castello e che si è impegnato per formulare una serie di proposte al fine di valorizzarlo. Tra queste, proprio il festival delle luci. A loro va riconosciuto anzitutto il merito di aver creduto nel progetto e poi quello di aver reperito i fondi per concretizzarlo».
 
Come è stato organizzato il percorso animato che farà immergere i visitatori nella storia della città? «Il percorso è articolato in 15 tappe, costituite da proiezioni e installazioni luminose, opera di artisti italiani e internazionali, collocate negli spazi suggestivi del castello. Ogni tappa rimanda a un elemento della storia, della cultura e dell’identità bresciana, cercando di mettere in vibrazione la vocazione internazionale di questa forma d’arte con le caratteristiche della nostra città. Filo conduttore è il fuoco, elemento evocativo della tradizione industriale di Brescia ma anche degli assedi che hanno caratterizzato le vicende del colle nei secoli, nonché dello Spirito che anima i santi bresciani Faustino e Giovita, ai quali è dedicata la prima proiezione del percorso, opera del giovane regista bresciano Marco Santi». 
 
Da professore dell’Ateneo ha coinvolto anche i suoi studenti… «Nell’itinerario del Festival ho cercato di “mettere a frutto” i contenuti del mio corso in Università Cattolica, restituendo in chiave artistica alcuni episodi e personaggi della storia bresciana. Ho coinvolto i miei studenti facendo fare loro da guida a visite in castello nel fine settimana precedente il Festival: l’obiettivo di CidneOn è anche quello di spingere anzitutto i bresciani a riappropriarsi di un bene di così straordinario valore quale è il Castello. Devo dire che il risultato è stato molto positivo: nonostante la pioggia battente e il clima piuttosto rigido, oltre 300 persone hanno accolto l’invito a visitare il colle». 
 
Quali sono le altre iniziative dell’associazione Cieli vibranti? «L’associazione esiste dal 2011 ed è attiva nella promozione di progetti culturali che spaziano dalla musica al teatro alla ricerca. Con me lavorano Andrea Faini, col quale condivido la direzione artistica, Laura Taglietti e Serena Federici. Mi piace ricordare in particolare il festival “I volti del Romanino. Rabbia e fede” che mette in rete i luoghi ove si trovano opere del grande artista rinascimentale (omaggiato peraltro anche in “Cidneon” con un video di Wladimir Zaleski). E poi il progetto “Suonami! Piazza che vai, pianoforte che trovi”, che si svolge in alcune città del nord Italia e prevede di invadere il centro storico con diversi pianoforti verticali colorati a disposizione di chiunque voglia suonarli. 
 
Pensa che questo Festival potrà diventare un appuntamento fisso per Brescia? «“Cidneon” nasce con l’ambizione di diventare un progetto che caratterizza stabilmente la programmazione culturale della città. Crediamo anzi che possa diventare il progetto che lancia Brescia in una dimensione nazionale, un po’ come accade per il Festival Letteratura a Mantova. La novità dell’iniziativa, unita alla qualità degli artisti coinvolti e all’oggettiva bellezza del contesto entro cui si realizza, sono tutti elementi che concorrono a tale obiettivo. Noi ce la mettiamo tutta. È una sfida che intendiamo vincere, grazie anche al sostegno e alla condivisione di tanti, a cominciare dall’amministrazione comunale, per continuare con le altre realtà istituzionali coinvolte, con gli sponsor e, soprattutto, con i cittadini».