Raccontare il complicato mondo della giurisprudenza attraverso il teatro. È l'intento dello spettacolo Un diritto... messo di traverso del magistrato Salvatore Cosentino, sostituto procuratore generale della Repubblica di Lecce, che si è tenuto giovedì 22 febbraio alla presenza degli studenti della facoltà di Giurisprudenza e del preside Gabrio Forti.

L'idea nasce dalla lunga esperienza di Cosentino nelle aule di Tribunale, anche in zone di mafia come Taranto e Locri, e racconta con parole semplici il difficile rapporto tra il cittadino e il mondo del diritto, spesso visto come qualcosa di distante dalla vita quotidiana. «La contraddizione principale è il linguaggio» racconta l'autore. «Il diritto nasce per risolvere i problemi dell'uomo ma il giurista, al contrario, quando parla e scrive fa di tutto per complicare la vita di chi lo ascolta».
 
La scelta di parlare anche attraverso canzoni eseguite dal vivo e spezzoni di film non è casuale. Non solo perché musica e immagini sono linguaggi molto più immediati della parola scritta e recitata, ma anche perché un palcoscenico e un’aula di tribunale, in fondo, non sono così diversi: «Sia gli avvocati che gli attori parlano in pubblico indossando un costume e seguono una trama che ha delle regole determinate» spiega Cosentino. «Il processo ha la sua teatralità, i suoi costumi, i suoi personaggi e il suo copione. Questo progetto, d'altronde, nasce dalla riflessione su una frase di Luigi Pirandello: “Il palcoscenico è il luogo dove si gioca a fare sul serio”. Sia in aula che in teatro si recitano le scene di quella tragicommedia che chiamiamo vita».

L'opera, che racchiude canzoni di autori come Fabrizio De André e Roberto Vecchioni che parlano di giustizia e giudici, è stata scritta in appena una decina di giorni: «Sono tutte cose che già avevo dentro di me» prosegue. «Quando mi hanno chiesto un lavoro che mettesse insieme diritto e arte ho rievocato alcune mie curiosità culturali». 

Cosentino, che è anche critico teatrale e docente di Giurisprudenza all'Università del Salento, ripercorre i vari modi in cui arte, cinema e letteratura hanno declinato la figura del giurista nel corso dei decenni. Il messaggio che il testo vuol lanciare è che la legalità non si fa soltanto applicando leggi e codici ma soprattutto educando alla cultura, al bello e all'arte. Dentro ai fascicoli processuali, che compaiono fisicamente sul palco, non ci sono solamente dei fogli ma vite intere e maneggiarli significa avere a che fare con storie di persone vere. 

Un diritto messo... di traverso, vincitore del Premio Internazionale Kouros nel 2013, è l'ultimo capitolo della "Trilogia del diritto sul palcoscenico", come lo stesso Cosentino l'ha definita, che comprende anche Mozioni ed emozioni (sulla doppia natura del magistrato, giudice e uomo insieme) ed Eva non è ancora nata (su donne, crimini, diritto ed estetica).