Individuare gli errori commessi dall’Unione europea per renderla più solida in futuro: secondo Mario Baldassarri, già docente di Economia all’Università di Bologna e alla Sapienza di Roma, è questa la ricetta per arginare il rischio di una disgregazione dell’Europa. Una tesi che è al centro di The European roots of the Eurozone crisis (Springer International Publishing Ag, 2017), presentato lo scorso 14 novembre all’Università Cattolica.

Baldassarri ha con l’Ateneo di largo Gemelli un rapporto molto particolare: «Per me tornare qui è tornare alle radici», ha spiegato il professore, che ha insegnato in Cattolica quarant’anni fa. 

«Baldassari e io apparteniamo a una stessa scuola di pensiero» ha detto il professor Alberto Quadrio Curzio, professore emerito dell’Ateneo e presidente del Consiglio Scientifico del Cranec.  «È la scuola che ci impone di confrontare sempre le teorie con la concretezza dei fatti». Ricordando la versione italiana del volume di Baldassarri (edita da Rubbettino con il titolo Le radici europee della Crisi europea, le radici italiane della Crisi italiana) Quadrio Curzio ha fatto notare che vi sono inclusi interventi di figure «apparentemente molto distanti tra di loro, come Ferdinando Adornato, Emma Bonino, Giancarlo Giorgetti, Enzo Moavero Milanesi». 

«Il tema che affronta questo libro fa parte dei temi di ricerca che il Centro di Ricerche in Analisi economica e sviluppo economico internazionale (Cranec) porta avanti ormai da molti anni» ha spiegato la professoressa Floriana Cerniglia, direttore del Centro. «L’obiettivo di questo volume è quello di stabilire una connessione tra la ricerca economica e le sfide cui l’Europa è stata chiamata negli ultimi anni». È un momento molto delicato per l’Unione europea, che sta affrontando una crisi economica e istituzionale. Per questo, secondo Cerniglia, il libro di Baldassarri lancia un messaggio molto forte: «L’euro non ha mantenuto tutte le sue promesse iniziali».

Per Mario Baldassarri «l’Europa aveva tutte le potenzialità per essere l’area più prospera del mondo». Secondo lo studioso esistono infatti due Europe: «L’Europa che c’è oggi», frutto di alcuni errori che sono stati fatti negli anni (senza entrare nel merito politico, quelli di cui parla sono errori di teoria economica) e «l’Europa che non c’è», ma che occorre «creare al più presto: un'Europa molto più forte, molto più integrata». Su questo Baldassarri è molto chiaro: la risoluzione della crisi europea «non è un’aspirazione, ma un’esigenza». Può suscitare sorpresa, ma la crisi europea, assicura Baldassarri, non dipende dalla crisi mondiale, così come la crisi italiana non dipende dalla crisi europea: «A ciascuno il suo», ha concluso il professore.