di Ciro De Florio 

Diciamocelo: i matematici -- e subito dietro i filosofi -- non sono proprio animali da set cinematografici. Troppo imbranati per salvare i destini del mondo, sono inchiodati dalle loro invenzioni tutte troppo astratte e impalpabili. Tony Stark (alias Iron Man), tanto per dire, è uno scienziato sì, ma un geniale ingegnere meccanico. Chi si diletta di formule, strutture algebriche, spazi a più dimensioni è condannato alla lavagna, a un nugolo di studenti che normalmente escono dall’aula quando le cose interessanti del film iniziano a succedere. D’accordo, ci aveva provato Russell Crowe a interpretare la figura del tormentato John Nash, matematico premio Nobel per l’economia: un po’ troppi muscoli e l’idea che prima o poi venisse fuori Massimo Decimo Meridio. 

Eppure della matematica è intessuta la realtà che ci circonda: dalla struttura della materia, alla forma dello spazio e del tempo; la matematica governa la crescita degli esseri viventi (andate a vedervi un cavolo romano)  e i comportamenti complessi di insiemi di agenti, come una coda in autostrada o le dannate nuvole che appunto incombono sui vacanzieri stipati di sotto, proprio sull’autostrada. E di questa bellezza pervasiva i matematici si crucciano di non riuscire come vorrebbero a fare partecipi tutti gli altri, che matematici non sono e che, magari, della regina delle scienze hanno sbiaditi ricordi (incubi?) liceali.

Per questa ragione, il dipartimento di discipline matematiche, finanza matematica ed econometria e il dipartimento di filosofia hanno deciso di proporre la visione di tre film, molto diversi tra loro ma accomunati dalla presenza – più o meno esplicita – della matematica. Si inizia martedì 12 marzo con il claustrofobico The Cube, dove i numeri primi, con le loro proprietà affascinanti, sembrano essere l’unica fonte di senso (e salvezza?) in un contesto delirante e assurdo. Si prosegue lunedì 25 marzo con Il diritto di contare, che ci fa riflettere su questioni importanti connesse alla matematica: il negletto ruolo delle donne nella storia della disciplina e che cosa doveva essere “fare i conti a mano”, senza l’ausilio (oggi francamente impensabile) dei computer. Eppure, è anche grazie al talento incredibile (e alla carta e la matita) di un pool di matematiche guidate da Katherine Johnson che la navicella Apollo 11 ha portato i primi uomini (maschi) sulla Luna. Infine, martedì 9 aprile, in Margin Call si racconta la notte in cui un brillante analista finanziario scopre che il sistema economico mondiale è destinato a una delle crisi più gravi di sempre. Qui i modelli matematici che descrivono gli andamenti economici e finanziari vengono rappresentati come codici misteriosi, opachi, che si intersecano con le scelte degli uomini, con il calcolo delle conseguenze, e con la loro avidità. 

Le tre proiezioni saranno introdotte da un matematico (Monica Bianchi, Alessandro Sbuelz, Anna Torriero) e seguite da due brevi interventi a cura di filosofi (Ciro De Florio, Alessandro Giordani) e di una esperta di Cinema (Alice Cati).