La cura delle norme per ridare al diritto “nobiltà di spirito”. È questo in sintesi il messaggio del dibattito che ha accompagnato lunedì 13 maggio la presentazione del volume La cura delle norme. Oltre la corruzione delle regole e dei saperi (Vita e Pensiero 2018), di Gabrio Forti, docente di Diritto penale e Criminologia e direttore dell’Alta Scuola Federico Stella sulla Giustizia Penale. 

A presentare il volume sono intervenuti studiosi e amici dell’autore, letterati e operatori del diritto che – in maniera inconsueta per l’ambito accademico – si sono disposti attorno a un tavolo, quasi come in un convivio per portare le loro riflessioni, ognuno in base alla sua specializzazione e al suo sentire, in modo colloquiale, dialogico e informale, proprio come una chiacchierata dell’autore con amici e colleghi durante un pranzo. 

A introdurre i lavori è stato il rettore Franco Anelli che, oltre a elogiare l’originalità della presentazione, ha ringraziato il professor Forti per l’attività di giurista-letterato che dà «nobiltà culturale alla materia giuridica», che altrimenti rischia di sfociare nel «tecnicismo».

L’autore - ideatore tra l’altro dei seminari di “Giustizia e letteratura” raccolti sempre in una collana della casa editrice Vita e Pensiero - intesse nel volume un dialogo tra letteratura e diritto, unendo sapiente conoscenza e approfondimento letterario a concretezza del fenomeno giuridico.

L’eccedenza di norme che disciplinano minuziosamente i variegati e mutevoli casi delle umane vicende, e la previsione di sanzioni numerose, e spesso inefficaci, sono il segno della corruzione delle regole della civile convivenza che proietta deleteri effetti sul futuro, in particolare delle giovani generazioni. La soluzione per rimediare a tali inconvenienti è rappresentata dal prendersi cura delle norme attraverso un’opera di osservazione, comprensione e condivisione. 

Si tratta di un compito che non coinvolge solo il legislatore o i giuristi in genere ma ogni componente del consesso civile chiamato a dotarsi della “nobiltà di spirito” necessaria ad allontanare la tentazione della violenza e utile a rispondere alla domanda di giustizia che alberga nell’animo di ogni uomo, ribadendo i classici modelli normativi di generalità, astrattezza e organizzazione dei valori fondamenti della società.

Su tali temi si sono confrontati il germanista Roberto Cazzola, Remo Danovi dell’Ordine degli Avvocati, il magistrato di Corte di Cassazione Giorgio Fidelbo, i docenti Pierantonio Frare e Silvano Petrosino dell’Università Cattolica, Tullio Padovani della Scuola Superiore Sant’Anna, Carlo Enrico Paliero dell’Università degli Studi di Milano, coordinati da Aurelio Mottola direttore dell’editrice “Vita e Pensiero”.

I relatori hanno evidenziato che la corruzione delle norme è un fenomeno tipico delle epoche di decadenza culturale del diritto, anche a causa del degrado di qualità del legislatore. Il merito del volume del professor Forti sta nell’offrire un crocevia di diverse discipline in cui il senso del giusto va amalgamato con le norme. Altrimenti scricchiola la struttura della giustizia.