Nell’arco di 8 giorni (dal 31 marzo al 7 aprile), l’incidenza dei casi Covid-19 in Lombardia è passata dallo 0,43% allo 0,52%, oltre il doppio di quella media calcolata su tutta Italia (che è lo 0,22%, in crescita rispetto allo 0,17% al 31 marzo). Inoltre sempre in Lombardia oltre 1 caso su 10 di casi Covid-19 riguarda operatori sanitari. In Piemonte l’incidenza di casi Covid-19 si attesta a 0,31%, nella Regione Lazio è dello 0,07%.
 
Sono alcuni risultati del secondo Istant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari – ALTEMS dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale e in 5 Regioni italiane, che rappresentano il 48,9% della popolazione e che al 31 marzo vedono tra i loro abitanti il 70% dei positivi al nuovo Coronavirus rispetto al totale dei positivi sul territorio nazionale.

Secondo l’Instant Report (pubblicato integralmente sul sito dell’Alta Scuola) il contagio da Sars-COV-2 ha riguardato più intensamente gli operatori sanitari in Regione Lombardia (12,2% dei contagiati), meno quelli delle altre Regioni (intorno al 5% in Veneto e in Emilia Romagna; 3% nel Lazio; 1% in Piemonte).
L’Instant Report evidenzia che stanno emergendo tre modelli di risposta:

- gestione prevalentemente ospedaliera, che caratterizza la Regione Lombardia e in parte la Regione Lazio;
- gestione prevalentemente territoriale che caratterizza la Regione Veneto;
- gestione combinata ospedale-territorio che caratterizza Emilia-Romagna e Piemonte (soprattutto dopo il 20 marzo).

La gestione prevalentemente ospedaliera si caratterizza per una crescita dei posti letto in terapia intensiva inferiore al 50% (al 31 marzo. non erano ancora attivati i posti letto nell’ospedale allestito in Fiera di Milano) che passano da 9/100.000 abitanti a 12,58 (Lombardia) e da 9,44/100.000 a 11,99 nel Lazio con un tasso di saturazione medio che va oltre il 100% in Lombardia e in Piemonte e che si mantiene basso nelle altre Regioni ( nel Lazio è al 27%, in Emila Romagna al 38%); un maggiore ricorso all’ospedalizzazione che riguarda in media il 50% dei positivi in Lombardia e si attesta intorno al 45% nelle altre Regioni con eccezione del Veneto che ha ricoverato «solo» il 22% dei positivi. Ilrapporto tra pazienti trattati in terapia intensiva e pazienti in terapia a domicilio è a oggi doppio in Regione Lombardia e nella Regione Lazio rispetto a quanto accade in Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.
 
Il modello della Regione Veneto presenta un’alta incidenza di tamponi effettuati fin dai primi giorni anche sugli asintomatici che in Veneto raggiunge il 3,13% della popolazione regionale (contro l’1,25% nazionale); una crescita dei posti letto in terapia intensiva superiore al 50%,che passano da 10/100.000 abitanti a 16,81 in Veneto (36%); un minore riscorso all’ospedalizzazione che riguarda il 23% dei positivi, nel caso del Veneto; una maggiore incidenza dell’uso delle terapie intensive per i pazienti una volta giunti in ospedale che distingue il comportamento del Veneto (20%) rispetto alle altre Regioni; il rapporto tra pazienti trattati in terapia intensiva e pazienti assistiti a domicilio è la metà in Veneto ed Emilia Romagna rispetto a quanto accade in Lombardia e nel Lazio.

Infine, il modello di gestione combinata ospedale-territorio sembra essere adottato dalla Regione Emilia Romagna fin dall’inizio della crisi e successivamente al 23 marzo anche dal Piemonte  ed è caratterizzato da un’incidenza di tamponi effettuati superiore alla media nazionale - in Emilia Romagna (1,7% contro l’1,25% nazionale) anche se concentrati sui sintomatici; massima crescita dei posti letto in terapia intensiva superiore al 50%, che passano da 10/100.000 abitanti a 21,81 in Emilia Romagna; un ricorso intermedio all’ospedalizzazione che in Emilia Romagna ha riguardato il 40% dei positivi e che è un dato inferiore a quello di Lombardia, Lazio e Piemonte, ma ben superiore all’incidenza registrata in Veneto; una minore incidenza dell’uso delle terapie intensive per i pazienti una volta giunti in ospedale ; Emilia-Romagna e Piemonte hanno in questo caso un comportamento analogo a quello della Lombardia; si osserva una propensione a trattare i pazienti a domicilio rispetto al ricorso alla terapia intensiva: l’Emilia Romagna in questo indicatore appare analoga al Veneto. Il Piemonte, dopo una prima fase di basso utilizzo dell’assistenza domiciliare cambia repentinamente atteggiamento dopo il 20 marzo all’acuirsi del contagio.