di Simone Pasqualin *
Ti piace la natura? Ti affascina il mondo vegetale e la sua biodiversità? La selva amazzonica è quello che fa per te. Tre settimane di lavoro nelle coltivazioni dell’università Cattolica di Atalaya non sono solo un'esperienza di volontariato: sono un viaggio alla scoperta di luoghi, culture, persone, lingue, animali, alberi, frutti appartenenti a un mondo che non sembra nemmeno il nostro.
Atalaya è una provincia della regione Ucayali, nella Selva peruviana. Il viaggio per arrivare al campus universitario di Nopoki (Atalaya) da Lima prevede il sorvolo della selva con due aerei; con il primo sorvoliamo le Ande per poi atterrare a Pucallpa, mentre il secondo è un volo su un aereo a 15 posti che ci porta 5.000 metri sopra uno sconfinato oceano di alberi attraversato da fiumi enormi che si snodano come pennellate sopra a un’immensa tela verde.
Arriviamo nella città che ci ospiterà per tre settimane. Nel campus non ci sono molti studenti. La maggior parte di loro è tornata dalle proprie famiglie per due settimane di pausa dalle lezioni. Troviamo solamente ragazzi appartenenti a delle comunità della selva peruviana che lavorano e studiano nel campus. Nei primi giorni sono un po’ diffidenti ma appena prendono confidenza si rivelano molto curiosi a proposito del nostro Paese e soprattutto della vita in Europa. Amano molto la natura. Nel corso della nostra permanenza ci hanno insegnato moltissimo sulle piante della selva e sui loro usi alimentari, medicinali e anche spirituali.
Il lavoro nelle coltivazioni è faticoso ma permette di vedere da vicino l’origine di prodotti che in Europa sono largamente utilizzati ma che vengono per la maggior parte importati. Cacao, caffè, ananas e banane. Durante le nostre giornate veniamo seguiti da diversi lavoratori da cui impariamo molto non solo sulle coltivazioni ma anche sulla flora della foresta e sugli animali che la popolano. La selva è, infatti, intrisa di colori, odori e rumori che ti avvolgono e ti fanno sentire un granello di polvere nell’eternità di una vegetazione che da milioni di anni cresce sullo stesso terreno.
La provincia di Atalaya è vastissima: 40 mila km quadrati (il doppio dell'Emilia Romagna) con meno di 40 mila abitanti. Gli spostamenti sono molto difficoltosi perché la città è in mezzo alla foresta senza strade asfaltate che la collegano al resto del mondo. Abbiamo avuto la possibilità di accompagnare un prete locale in una comunità a Oventeni, a 80 km dal campus. Il viaggio nella foresta in pick up è durato quattro ore. Quattro ore di strade sterrate, guadi di fiumi, salite e discese, paesaggi mozzafiato e alberi a perdita d’occhio. Un viaggio indimenticabile. Al nostro arrivo il sole è già calato e gli abitanti della comunità sono senza elettricità. Si arrangiano con delle batterie per auto che permettono di tenere una lampadina accesa fino all'ora di dormire. La gente della comunità è davvero unica e speciale. Ci accolgono così calorosamente che ci lasciano quasi increduli. Ci offrono da mangiare i frutti della loro terra e la carne dei loro animali come se fossimo degli amici di vecchia data.
Per tre giorni, Wilfredo Mendoza, un professore di botanica dell’università di Lima ha tenuto per noi una corso sulla tassonomia delle specie vegetali che vivono nella provincia di Atalaya concludendo le cinque lezioni con una spedizione nella giungla alla ricerca di specie non ancora riportate nell’erbario nazionale di Lima. È stata un'occasione per avventurarsi nella “selva vera”: vastissima, inesplorata e senza uscita. È davvero difficile raccontare cosa si prova a camminare nella selva amazzonica, si riesce a percepire un'energia che non si può esprimere con le parole. Bisogna sperimentarla.
La cosa più bella di questa esperienza è stata tutto ciò che stava intorno al lavoro di volontariato nelle coltivazioni. Lavorare a contatto con la terra mi ha permesso di conoscere aspetti del Perù che non avrei mai scoperto in un viaggio di piacere. Ho avuto la possibilità e la fortuna di vivere come un ragazzo peruviano, di lavorare, studiare, viaggiare, pescare, mangiare e bere come lo fanno loro. Ho avuto la possibilità di vedere con i miei occhi delle persone che non avevo idea esistessero, persone che vivono in mezzo alla natura, senza telefono, internet o computer ma che amano la vita e ringraziano Dio per tutto ciò che ha dato loro.
* 20 anni, di Verona, studente del primo anno della laurea triennale in Scienze e Tecnologie Agrarie, facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, campus di Piacenza.