Sono 62 le scholarship messe a disposizione per partecipare al Charity Work Program, il programma di volontariato internazionale promosso dal Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi) che, grazie al contributo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori e ai fondi del 5 per mille, da 12 anni offre l’opportunità di vivere un’esperienza di volontariato in Paesi in Via di Sviluppo. In questi anni il Charity Work Program è diventato una delle esperienze estive più ambite dagli studenti dell’Università Cattolica, come si evince dalle candidature di anno in anno sempre più numerose.
Come emerge dalle testimonianze degli studenti che in questi anni hanno partecipato al programma, tale successo dipende soprattutto dalla capacità del Charity Work Program di offrire agli studenti l’opportunità di coniugare crescita personale e formazione professionale: mettersi in gioco in contesti culturali e sociali diversi da quelli abituali, sperimentare la bellezza della solidarietà che prende forma attraverso il dialogo e la vicinanza agli ultimi, toccare con mano l’esistenza di una realtà “altra”; ma anche fare i conti con la propria limitatezza, che si scontra con la grandezza e l’urgenza dei problemi incontrati.
Tutto questo s’intreccia con l’opportunità di sviluppare competenze professionali che fanno bene al CV. Non è un caso che nel corso degli anni il Charity sia stato modulato in modo da rappresentare un percorso sempre più coerente con gli studi: numerose destinazioni sono aperte infatti solo a studenti di determinate facoltà, privilegiando percorsi ad hoc sulle discipline insegnate in Ateneo. In alcuni di questi casi, per offrire un’esperienza ancora più completa, il periodo di permanenza all’estero è di due mesi. Secondo il professor Marco Caselli, direttore del CeSI, «il Charity Work Program è un’opportunità preziosa che permette ai nostri studenti di toccare con mano la possibilità di mettere al servizio degli altri e del bene comune le abilità e le competenze apprese e sviluppate nelle aule universitarie, coniugando solidarietà e gratificazione professionale».
Mentre prosegue l’allargamento del programma a neolaureati e iscritti a master, dottorati e scuole di specializzazione, anche quest’anno il Charity Work Program promuove nuove destinazioni e nuove partnership con Ong e Onlus che lavorano in Europa, Medio Oriente, Africa, Asia e Sud America. 23 progetti in 14 Paesi ospiteranno gli studenti che, grazie alle scholarship della durata di 3 – 8 settimane, potranno vivere la loro esperienza di volontariato in Albania, Bolivia, Brasile, Camerun, Etiopia, Ghana, Guatemala, India, Madagascar, Messico, Nepal, Romania, Terra Santa e Uganda.
L’edizione 2020 del Charity Work Program presenta diverse e importanti new entries tra le destinazioni e i partner del programma. Un nuovo progetto in Etiopia, nella regione del Guraghe, si aggiunge alle già numerose destinazioni sul continente africano: è il progetto del Centro Pilota C3S Debretié – Learning Farm a Embidir, realizzato da “Chicco per Embidir”, un’associazione di volontariato nata con lo scopo di definire e realizzare progetti di sviluppo rurale. Due studenti della facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali prenderanno parte al progetto, volto alla formazione teorico-pratica dei contadini, alla creazione di gruppi di condivisione, alla distribuzione di attrezzi agricoli, di sementi e di fertilizzanti appropriati.
Per gli studenti della facoltà di Medicina e Chirurgia è disponibile una nuova opportunità a Ngaoundal, in Camerun, grazie alla collaborazione con la Congregazione delle Suore della Carità che per l’edizione 2020 ha messo a disposizione anche un nuovo progetto in India, a Bangalore, presso la Nemesia Academy, struttura che accoglie circa cento bambini. Le studentesse che prenderanno parte al progetto saranno anche protagoniste di una importante novità, nata dal coinvolgimento del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa: per la prima volta i volontari del Charity Work Program vestiranno i panni dei reporter per raccontare attivamente sui principali social network di come i fondi 8xmille destinati alla Chiesa Cattolica riescono a raggiungere le periferie più lontane.
I primi a partire, già nel mese di giugno, saranno gli studenti che si recheranno a Mbalmayo, in Camerun presso il Centre de Promotion Sociale (CPS), che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo umano, culturale e spirituale della popolazione locale, finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e alla promozione dei diritti dell’uomo. Nelle prime due settimane di luglio partiranno altri 25 studenti, ai quali si aggiungeranno altri 35 volontari nelle ultime settimane di luglio e nel mese di agosto.
L’Università Cattolica promuove un’altra iniziativa nel campo del volontariato, Mission Exposure, ideata dal Centro Pastorale e dal Cesi in collaborazione con il Pime, che propone agli studenti un’esperienza di missione. L’edizione 2020 coinvolgerà 30 studenti delle facoltà di Scienze Politiche e Sociali, Psicologia, Scienze della Formazione, Scienze bancarie ed Economia. Sono così più di 160 gli studenti che negli ultimi dieci anni hanno partecipato a Mission Exposure. Quest’anno i paesi coinvolti sono Bangladesh, Brasile, India, Kenya, Messico, Mozambico e Uganda.