Interviste da sottoporre ad un campione di persone e focus group per “entrare nel territorio” e realizzare un’indagine approfondita sull’impatto sociale ed economico derivato dall’introduzione della nuova rete in banda ultralarga sui 25 comuni che compongono la Val sabbia.

Sarà questa l’attività che andranno a svolgere tre studenti dell’Università Cattolica (al centro dell foto). Monica De Luca e Federico Maffezzoni, della facoltà di Psicologia, e Giulia Panizza, di Scienze linguistiche, saranno coordinati dai professori Elena Marta e Alberto Albertini dell’Osservatorio per il territorio: Impresa, Formazione, Internazionalizzazione, capofila del progetto.

L’indagine è stata fortemente voluta dalla società bresciana di telecomunicazioni Intred che a partire dal 2014 ha realizzato una rete di nuova generazione in fibra ottica all’avanguardia e comparabile con le migliori realtà nazionali e la Comunità montana dalla Val Sabbia.

La professoressa Marta ha sottolineato che «innovativo e fondamentale sarà l’uso di una metodologia partecipata, ovvero il coinvolgimento durante l’indagine di diversi stakeholders del territorio: cittadini, aziende, pubblica amministrazione, istituzioni varie. I dati che emergeranno potranno così evidenziare migliorie e criticità».

Alberto Albertini dalla ricerca si aspetta di riscontrare «un mutamento non solo economico, ma anche a livello di percezione del benessere della persona derivato dalla facilità di comunicazione e dunque di organizzazione». Daniele Peli di Intred fa notare che sono riusciti a far connettere oltre 2500 utenti, di cui 500 imprese e 198 sedi della pubblica amministrazione. La connessione è fluida e veloce ed i cittadini hanno risposto molto positivamente.

«È questo un valore aggiunto per facilitare la comunicazione, l’aggregazione e la condivisione dei servizi - ha precisato il presidente della Comunità montana Gian Maria Flocchini - ed è fondamentale per una realtà come la nostra, montana e fatta di piccoli e piccolissimi comuni. Portare servizi significa fare in modo che le aziende del territorio non migrino verso aree con minori difficoltà infrastrutturali e per la stessa motivazione i dati che emergeranno dall’analisi dell’Osservatorio ci saranno utilissimi».