Carissimi medici, specializzandi, personale sanitario e tecnico-amministrativo, 

in questi giorni la comunità del Policlinico Universitario A. Gemelli è in prima linea nell’affrontare la grave emergenza causata dal diffondersi del Covid-19. Un’emergenza globale generata da una pandemia improvvisa e pervasiva che ha raggiunto ogni angolo della Terra. Tutti gli operatori sanitari del Policlinico si sono mobilitati con grande generosità per dare le risposte più qualificate dal punto di vista assistenziale e scientifico. Anche in questa circostanza l’ospedale fondato da A. Gemelli è diventato un punto di riferimento per la Regione e il Paese. Stiamo assistendo ad una testimonianza di straordinaria abnegazione e solidarietà del personale medico e sanitario che per far fronte alle criticità non si sottrae a immani fatiche, esponendo anche la propria vita, spesso in modo eroico.

A nome della comunità universitaria e della realtà ecclesiale, desidero in primo luogo esprimere il grazie più sentito e ammirato ai dirigenti della struttura, ai medici e agli operatori sanitari, per come è stato gestito questo primo momento di emergenza che ha comportato una rapida e profonda ristrutturazione delle priorità e delle attività sanitarie. Ci attende ora una sfida ancora più grande con la trasformazione del presidio Columbus che diventa Covid-19 Hospital Regionale in supporto all’Ospedale Spallanzani quale HUB Regionale.

In questo momento di frenetica attività organizzativa, che implica la realizzazione di nuove strutture e servizi ma anche la non meno impegnativa necessità di ridefinire l’attività ordinaria, tutti siamo chiamati a contribuire nel migliore dei modi. Ma non meno importante è accompagnare l’impegno professionale con il patrimonio di valori umani e spirituali che stanno alla base dell’identità e della missione del Policlinico Gemelli.

Oggi più che mai dobbiamo far leva sui valori che sono impressi nel cuore e che sono leggibili sul volto delle donne e degli uomini che formano la comunità del Policlinico Gemelli: la centralità della persona malata accolta e curata in tutte le sue dimensioni, fisiche, umane e spirituali; la capacità di agire sempre in modo sinergico e interdisciplinare; lo spirito di collaborazione che nasce dall’essere parte di una comunità accademica, ospedaliera ed ecclesiale; la generosità nel donarsi, la resilienza di fronte alle difficoltà, la speranza incrollabile che genera fiducia nei malati e negli operatori sanitari.

Siamo consapevoli delle difficoltà che stiamo affrontando e dei sacrifici richiesti ma questa è davvero un’ora suprema di sconvolgimenti epocali. Come insegna Papa Francesco, dobbiamo «vivere questo momento difficile con la forza della fede, la certezza della speranza e il fervore della carità» (Angelus, 8 marzo 2020). Ci dia forza e coraggio la consapevolezza che il Signore Gesù continua a camminare con noi infondendo in ciascuno lo spirito del Buon Samaritano, che Giovanni Paolo II ci sostiene con la sua testimonianza di santità diffusa durante il pontificato dalle stanze del Gemelli, che il santo medico Giuseppe Moscati, a cui è didicata la nostra cappella del terzo piano, ci offre uno stupendo modello di dedizione a chi è più bisognoso di cure nel corpo e nello spirito.

E Maria, salute degli infermi e madre degli operatori sanitari, che sotto la croce si è fatta grembo accogliente per il dolore salvifico del figlio Gesù e per le sofferenze dell’intera umanità, ci protegga tutti con il suo manto di consolazione e ci faccia sperimentare l’infinita misericordia divina.

Claudio Giuliodori
Assistente Ecclesiastico Generale

Roma, 16 marzo 2020