Si è liberi per nascita? O la libertà è una conquista da raggiungere attraverso un percorso di progressiva autonomia e crescente responsabilità?

«Il dibattito sul tema dei limiti e delle regole contrapposto all’idea di libertà e di assoluta flessibilità nell’educazione dei bambini e dei giovani è da alcuni anni oggetto di grande dibattito» sottolinea il professor Daniele Bruzzone, docente di Pedagogia generale e sociale della facoltà di Scienze della formazione della sede di Piacenza dell’Ateneo. «Per questo abbiamo pensato di proporre un incontro sul tema dell’autonomia, che possa servire agli educatori, agli insegnati e ai genitori, coinvolgendo una delle voci più autorevoli e interessanti in materia: il professor Philippe Meirieu».

Philippe Meirieu è un pedagogista francese molto noto anche fuori dal suo Paese. Concetto cardine della sua pedagogia è che tutti sono educabili, nessuno escluso. Secondo Meirieu l’educatore non ha mai il diritto di gettare la spugna o di disperare. È il suo giuramento di Ippocrate.

Tra i suoi libri tradotti anche in Italia ricordiamo, I compiti a casa. Genitori, figli, insegnanti: a ciascuno il suo ruolo (Feltrinelli, 2013), Pedagogia. Il dovere di resistere (Edizioni del Rosone, 2013), Lettera agli adulti sui bambini di oggi.

A Piacenza martedì 27 febbraio Meirieu parlerà soprattutto dell’educazione alla libertà, uno dei temi del suo libro appena pubblicato in Italia (Pedagogia. Dai luoghi comuni ai concetti chiave, Aracne, 2018). 

La formazione alla libertà, secondo Meirieu, è un lavoro complesso di cui deve farsi carico l’educatore per aiutare il ragazzo a sentirsi responsabile delle proprie azioni. La tentazione della rinuncia è dietro l’angolo, soprattutto in tempi di crisi del principio di autorità. Passare dall’autorità dogmatica all’ “autorità che autorizza”: ecco la sfida che Meirieu lancia agli educatori di oggi. Una sfida difficile, ma a cui non ci si può sottrarre, in nome dei doveri che abbiamo nei confronti delle future generazioni.