«Si tratta di una mostra che arriva al termine di un lavoro di catalogazione di questi volumi iniziato nel 2016, quindi è come il punto finale di un rapporto molto più lungo». È con queste parole che Fabrizio Fossati, laureato alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, definisce la mostra Ab artis inventae origine, di cui è il curatore sotto la supervisione del professor Edoardo Barbieri.

Tema centrale dell’evento, gli incunaboli, ovvero i libri a stampa prodotti durante i primi cinquant’anni dall’invenzione di Johann Gutenberg della macchina a caratteri mobili. La mostra, che prenderà il via il prossimo martedì 4 febbraio nella sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense a Milano, rappresenta il primo evento del genere dedicato agli incunaboli da oltre cinquant’anni. 

«La Braidense ha una delle più importanti collezioni di incunaboli in Italia, con un fondo che raccoglie più di 2.300 volumi» rimarca Fossati che, oltre che della mostra, si è occupato anche della catalogazione degli antichi volumi. «La precedente messa in catalogo risale intorno agli anni Cinquanta, con un catalogo a schede, cartaceo, che aveva bisogno di un aggiornamento. Il nostro lavoro ha dunque riguardato una primissima catalogazione online di questi incunaboli, inserendo i dati in un database internazionale, il MEI, che è il principale strumento per lo studio di questi materiali». 

La mostra, che ha come sottotitolo “Storie di libri, di persone e di biblioteche tra le edizioni quattrocentesche della Braidense”, sarà articolata in tre sezioni. 

La prima è dedicata proprio alla realizzazione del libro a stampa nel Quattrocento: si mostreranno le “tecniche di produzione” e gli aspetti caratterizzanti di quella che fu un’invenzione rivoluzionaria, con un’attenzione particolare al modello precedente, quello cioè del libro manoscritto. Così il visitatore, attraverso i libri e le didascalie che metteranno in risalto ora un aspetto ora l’altro, sarà guidato proprio all’interno di un’officina tipografica di fine XV secolo, aiutato anche dalla presenza di materiale e attrezzature tipografiche (gentilmente messe a disposizione dal Museo della Stampa di Lodi) moderne ma simili a quelle usate in antichità. Una sezione che racchiude veri e propri tesori, tra cui il primo libro stampato in Italia con indicazione di data (1465), un rarissimo libretto silografico (probabilmente di pochi anni posteriore all’invenzione della stampa), o ancora uno dei primi libri in ebraico stampati in Italia.

Le perle più preziose della raccolta braidense sono invece esposte nella seconda sezione della mostra, il cui focus è proprio sulla rarità, sulla bellezza, sulla preziosità. Qui il visitatore potrà ammirare volumi sopravvissuti in pochissime copie, oppure impreziositi da legature originali; numerosi poi i volumi splendidamente miniati. Anche qui le didascalie sottolineano gli aspetti che rendono il volume esposto significativo.

Se la raccolta della Braidense è una delle più prestigiose e importanti di Italia, significativa è anche la storia della sua formazione, a cui è dedicata l’ampia terza sezione della mostra. Qui sono esposti volumi facenti parte dell’antica biblioteca gesuitica di Brera (e delle altre case gesuite milanesi) ma anche dei numerosi conventi milanesi e lombardi soppressi durante la dominazione austriaca, le cui biblioteche, almeno in parte, sono confluite nella biblioteca Braidense. Il visitatore quindi è guidato attraverso i segni e le tracce che i libri recano della loro storia: note manoscritte, timbri, ex libris testimoniano l’appartenenza dei volumi a biblioteche precedenti, oggi non più esistenti; le didascalie che accompagnano gli esemplari ricostruiscono la storia di queste istituzioni o degli uomini del passato che li hanno avuti tra le mani: monaci, laici, re (alcuni furono posseduti da Re Luigi XV di Francia), nobili e letterati (come quello appartenuto a Ludovico Ariosto)…

In generale, Ab artis inventae origine è una mostra che, pur avendo un taglio molto specialistico, cerca di rivolgersi anche a un pubblico di persone che si avvicinano per la prima volta al mondo del libro, e proprio per questo ospiterà al suo interno anche una serie di piccole conferenze, dal taglio sì tecnico ma anche divulgativo, con esperti del settore e non solo.