Far luce sui meccanismi responsabili della progressione del cancro del rene e del processo metastatico, con particolare attenzione all’eterogeneità delle cellule tumorali. È questo l’obiettivo dell’anno di ricerca che Luigi Perelli trascorrerà all’MD Anderson Cancer Center di Houston, in Texas, sotto la supervisione del dottor Giannicola Genovese.

«Il carcinoma renale è un tumore aggressivo ma con una buona risposta alla terapia, che, tuttavia, può fallire per la comparsa di cloni cellulari resistenti» afferma Luigi. «La ragione di questa resistenza rimane tuttora non ben conosciuta. Per cercare di chiarire i meccanismi responsabili, si cercherà di ricreare l’ecosistema neoplastico utilizzato un approccio innovativo basato su emergenti tecniche di biologia molecolare, quale il CRISPR-based in vivo gene editing, il “taglia-incolla” del DNA su modelli sperimentali di topo: in questo modo sarà riprodotta, fedelmente, l’estrema eterogeneità del tumore e sarà possibile chiarire come, durante la progressione neoplastica, si sviluppino forme di chemio-resistenza anche a farmaci di ultimissima generazione e come il cancro del rene diventi, durante la progressione tumorale, sempre più aggressivo». 

Quali saranno le conseguenze di questo tipo di studi è intuibile. «Il progetto di ricerca permetterà un avanzamento delle nostre conoscenze sulle complesse relazioni delle cellule tumorali e potrà avere un forte impatto a livello della medicina traslazionale, offrendo nuove chances terapeutiche per bloccare la crescita del tumore e le sue metastasi».

Luigi, in attesa di partire per Houston, continua a dedicarsi ai progetti di ricerca avviati all’Istituto di Patologia Generale dell’Università Cattolica. «Sono sicuro che il nuovo ambiente di ricerca sia entusiasmante per quanto riguarda lo scambio di idee tra scienziati e l’acquisizione delle ultimissime tecnologie in campo biologico e medico nella lotta contro i tumori. Per un ricercatore in campo oncologico è essenziale essere sempre aggiornato e, soprattutto, aprire quanto più possibile la propria mente per cercare nuove strade risolutive per la cura di questa devastante malattia. Ecco perché l’MD Anderson Cancer Center, che promuove continuamente lo scambio interculturale tra ricercatori provenienti da decine di paesi da tutto il mondo, è il posto migliore per la ricerca contro il cancro».