C’è un tempo per ogni cosa, dice il libro biblico del Qoelet. “C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci, un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace”.

 

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Che tempo è quello di oggi, chiusi nelle nostre dimore, privati temporaneamente delle nostre attività quotidiane, delle nostre abitudini, delle nostre relazioni extra familiari?

È un tempo di opportunità per riscoprire i legami familiari con cui saremo a contatto 24 ore su 24? O è un tempo in cui corriamo il rischio che saltino equilibri magari già precari?
 
Il professor Silvano Petrosino, docente di Filosofia della comunicazione, ci invita a evitare la banalità e i luoghi comuni.