di Vittoriana Erba *

Se penso che sono già passati due mesi da quando ho compiuto i miei primi passi a Boston, ancora non ci credo. Prima volta negli Stati Uniti, per passare tre settimane di Summer program interactive marketing communications, event planning & promotion, presentational skills, in una città che non conoscevo, con persone che non conoscevo e in un sistema accademico molto diverso da quello italiano, da cui non sapevo bene cosa aspettarmi. Insomma, la paura di non essere all’altezza era tanta.

Presto, però, ci siamo resi conto di essere tutti nella stessa situazione, e questo ci ha uniti molto. Fin da subito abbiamo formato un bel gruppo, complice il fatto di passare le nostre giornate praticamente sempre insieme: enormi tavolate in mensa, lezioni al COM – ovvero il College of Communication – e serate di esplorazione della città o di relax giocando a biliardo in dormitorio.

I tre corsi che abbiamo seguito ci hanno messi alla prova: divisi in gruppi, abbiamo ideato un piano di comunicazione per un’azienda bostoniana di nostra scelta e abbiamo progettato un intero evento da zero. Ci siamo cimentati anche nella ripresa di un piccolo show televisivo, lavorando sia davanti, sia dietro le telecamere. Il risultato? Qualche gaffe, tante risate, ma un bel lavoro finale. E la scoperta che condurre un talk show non è così facile come sembra!

Di nostra iniziativa, oppure accompagnati dai professori, abbiamo avuto anche modo di visitare molti siti caratteristici della città: Boston è il luogo in cui tradizione, storia e sapere si intrecciano con innovazione e modernità, e la via lungo cui si dirama la Boston University ne è un ottimo esempio, così come il Freedom Trail, cioè la strada che ripercorre i momenti storici della rivoluzione americana. Ma il luogo che più mi ha affascinata è la Boston Public Library, in cui l’edificio più antico si intreccia con la nuova struttura, creando un ambiente che lascia a bocca aperta.

Il nostro tempo libero non si è limitato solo a Boston: il weekend che abbiamo trascorso a New York è stato emozionante e frenetico, in perfetta linea con lo stile della città. Tra musei, monumenti e grattacieli, ho messo un bel po’ di spunte nella mia lista di “cose da fare almeno una volta nella vita”: ho adorato il Metropolitan Museum e la vista della città al tramonto dall’alto del One World Trade Center. Il sabato successivo, con un piccolo gruppo di ragazze, abbiamo visitato Salem, immergendoci nella sua atmosfera stregata tra il suono delle onde dell’Atlantico, i tetri edifici storici e i negozietti di incantesimi. L’ultima gita è stata di domenica, a Martha’s Vineyard: siamo arrivati sull’isola in mattinata, e abbiamo subito noleggiato delle biciclette per goderci appieno il panorama. L’obiettivo era ben chiaro: raggiungere Katama Beach per fare il bagno nell’oceano, un’esperienza indimenticabile. La strada da percorrere al ritorno, invece, era meno chiara, e non ricordo di aver mai pedalato così tanto in vita mia!

Queste tre settimane, che all’inizio sembravano un tempo lunghissimo e spaventoso, sono davvero volate, ed è stato difficile affrontare il rientro in Italia. Già mi mancano tutti i nuovi amici, italiani e internazionali, che ho conosciuto. Il bel gruppo che in poco tempo siamo riusciti a formare è stato una delle determinanti che mi ha fatto amare questa esperienza e, se dovessi scegliere un motivo per cui consigliarla, sarebbe sicuramente questo.

* 24 anni, di Segrate (Mi), studentessa del corso di laurea magistrale in Gestione dei contenuti digitali per i media, le imprese e il patrimonio culturale (Ge.co), facoltà di Lettere e filosofia, campus di Brescia