L’Università Cattolica non è un ateneo telematico e ha sempre basato la sua mission sul rapporto educativo in presenza con gli studenti, i dottorandi, i laureandi.  «Per far fronte alla situazione abbiamo dovuto riconvertire tutto il nostro sistema organizzativo di didattica e di ricerca. Tutto questo con grande comprensione da parte degli studenti che hanno dimostrato senso di responsabilità. Sono motivati, determinati e coraggiosi in questa fase storica»  ha dichiarato Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza della sede di Piacenza il 25 marzo a Newsroom Italia di Rainews24. L’Ateneo, prossimo a celebrare il suo primo secolo di vita, è pronto a guardare ai prossimi cento anni proprio a partire dall’interazione della didattica in presenza (fondamentale perché il processo formativo ha bisogno di relazione e di vicinanza)  con gli strumenti offerti oggi dalla tecnologia.

Con il passare delle settimane stanno emergendo molte esigenze che riguardano sia le persone costrette a stare in casa sia gli operatori sanitari sottoposti a ritmi di lavoro e pressioni psicologiche sempre più faticosi.

I docenti dell’Ateneo, che stanno operando per affrontare la crisi nel migliore dei modi, anche questa settimana sono intervenuti su radio e tv. Riprendiamo qui alcune delle trasmissioni cui in molti hanno partecipato.

Il 25 marzo a Basta la salute di Rainews24 lo psichiatra Gabriele Sani ha parlato del progetto “Resilienza Covid19” proprio per aiutare gli operatori sanitari. Si tratta di due linee telefoniche e due caselle di posta elettronica dedicate rispettivamente al personale della Fondazione Gemelli e a quello di tutte le altre strutture ospedaliere in Italia. Dove serve vengono organizzati supporti via Skype personali o di gruppo. Il progetto mira a rispondere alle domande relative a paura, tensione, ansia, capacità di resistere al lavoro per un tempo sufficiente. Ha parlato del progetto anche lo psichiatra Luigi Ianiri a 24 mattino di Radio 24 il 27 marzo.

Sempre efficace e utile è stato in questi giorni anche l’intervento di medici specializzati. 
Ricordiamo quello di Stefano Vella il 23 marzo a La vita in diretta di Rai1 e il 24 marzo a Coffee break di La7 a proposito del farmaco Avigan utilizzato in Giappone. Il medico ha ribadito che non ci sono ancora medicinali specifici contro il virus. Al momento si stanno riconvertendo,  perché è giusto sperimentare, farmaci usati per altre patologie, come Avigan, con il benestare dell’Aifa. Saranno necessarie più combinazioni per la cura e per arrivare al vaccino.

A Il mattino di Radio 1 il 24 marzo e a La vita in diretta di Rai1 il 25 marzo l'infettivologo Roberto Cauda ha ribadito le norme igieniche da rispettare per evitare il contagio, soprattutto il lavaggio delle mani  più che non l’utilizzo dei guanti e il mantenimento della distanza di un metro tra le persone.

Una raccomandazione particolare è arrivata dal geriatra Graziano Onder il 26 marzo a Skytg24, che ha sottolineato l’importanza per gli anziani di rivolgersi subito al medico di base in caso di febbre e affanno. La buona notizia è che a fronte di un’età media di 63 anni per i contagi e di 79 per i decessi, la maggioranza sopravvive. Valgono dunque a maggior ragione per gli anziani le norme relative alla distanza.

Un’altra categoria di persone fragili è quella dei cardiopatici, come ha spiegato a La vita in diretta il cardiologo Antonio Rebuzzi. Queste persone sono infatti più sensibili. È stato rilevato, infatti, che gli ipertesi che contraggono l’infezione muoiono quasi nella metà dei casi. Per loro è importante non interrompere la terapia, perché non aumenta il rischio di contagio, e non lasciarsi prendere dall’ansia che determina un fabbisogno maggiore di ossigeno per il cuore.

Tra i medici un monito è arrivato forte e chiaro il 26 marzo al Tg3 Linea notte da Massimo Antonelli, direttore del dipartimento Emergenza anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli. Lo sforzo di ampliare i numeri dei posti letto è stato immane fino ad oggi, così come la capacità delle strutture ospedaliere di adattare gli spazi. Ma se il flusso continuerà con questi ritmi il problema diventerà molto serio. 

Il 25 marzo a Buongiorno regione di Rai3 e il 26 marzo a Piazza pulita di La7 si è parlato del progetto dei tamponi lampo, per il quale l’ospedale pilota è il Policlinico Gemelli.

Anche gli economisti hanno fatto sentire la loro voce. Giampaolo Galli vice direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, intervenuto il 25 marzo a Caffè affari di Class CNBC. Ogni paese europeo si è impegnato molto. Ci si domanda, però, se il Pil riprenderà a marciare e se si abbasserà il rapporto debito/Pil. Le previsioni sono difficili. L’Italia cresce da anni a ritmi dello 0,. Bisogna liberare le imprese da molti vincoli relativi a burocrazia e tempi troppo lunghi della magistratura che rendono difficile fare business in Italia.

Il 23 marzo a Speciale stasera Italia di Rete 4 Carlo Cottarelli ha sottolineato che serve un supporto molto più forte rispetto ai 25 miliardi iniziali per far ripartire l’economia. Avendo un debito alto dobbiamo riuscire a finanziare questo debito addizionale a un tasso di interesse basso. 

Uno sguardo sulla situazione internazionale l’ha lanciato il 24 marzo a Radio vaticana il politologo Andrea Plebani sulla situazione dell’Iran colpito dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Si tratta di un duro colpo per un Paese già in crisi, con pesanti carenze infrastrutturali e difficoltà ad accedere al mercato internazionale per un’ampia gamma di prodotti. 

Da questi e molti altri interventi dei docenti dell’Ateneo si evince una necessità imprescindibile ben riassunta dalle parole di Gabriele Sani: «Noi stiamo correndo una maratona per la vita dura, lunga, faticosa, ma dobbiamo stare in gruppo, se pur distanti, uniti e sani».