di Matteo Mazzolari *

Ho imparato una lingua quasi dal nulla, lo spagnolo, mentre un'altra, l'inglese, l'ho migliorata. Ho avuto a che fare con un sistema scolastico e lavorativo diverso da quello italiano. Ho viaggiato tanto, da Saragozza a Madrid fino a Barcellona in Spagna, dal Maryland, al New Jersey, dalla Pennsylvania al Nevada, dall’Arizona alla California negli States. Sono stato lontano dalla mia famiglia e dai miei amici per quasi un anno. Ma ciò che ha reso così importante tutte queste esperienze sono le persone che ho incontrato nel mio percorso: mi hanno aiutato a inserirmi in contesti nuovi o a mettermi in gioco in qualcosa di diverso. Devo dire grazie ad ognuno di loro, ma anche alla mia università, che ha reso possibile questo itinerario che dalla Spagna mi ha portato nel cuore degli Stati Uniti.

Nella terra della Corrida, della paella e della sangria ho trascorso il semestre del mio programma Exchange. Grazie alla sistemazione in appartamento sono diventato un perfetto casalingo, destreggiandomi tra i fornelli e la pulizia di casa, aiutato (devo ammetterlo) anche dai miei magnifici coinquilini, un cestista dominicano, un’equadoregna e un ragazzo del Salvador. Questa esperienza mi ha sicuramente permesso di responsabilizzarmi, imparando a dividere equamente il mio tempo tra faccende di casa, lezioni, preparazione degli esami e uscite con compagni di corso della facoltà di economia o altri studenti Erasmus. 

Nel bel mezzo dell’esperienza spagnola, in cui ho sostenuto due esami in lingua inglese e quattro in spagnolo, l'ufficio internazionale dell’Ateneo mi ha proposto l'esperienza Work &Travel Usa. Non ho esitato e mi sono iscritto anche a questo programma. Dopo un colloquio via Skype con il mio futuro datore di lavoro americano, ho stipulato il contratto e preparato tutti i documenti.

Così, dopo una pausa di solo una settimana, sono volato direttamente negli States, in Maryland, per iniziare questa ulteriore, indimenticabile esperienza al più grande Water park di Ocean City. Il mio primo compito era quello di "water attendant", che consisteva nell'illustrazione delle regole principali del parco e nel controllo del flusso di persone sui vari scivoli. 

Il mio lavoro mi piaceva, ma volevo fare di più. Così, dopo una settimana, sono andato nell'ufficio del mio capo chiedendole se potevo essere d'aiuto nello svolgimento di ulteriori mansioni, pur sapendo che il mio stipendio non avrebbe subito alcun aumento. Nel giro di una settimana mi hanno proposto di seguire corsi sulla gestione interna del water park. Alla fine di ogni corso il superamento di un test scritto permetteva di essere promosso a un ruolo di maggiore responsabilità (con qualche dollaro in più). 

Nel giro di tre settimane avevo ricoperto tutte le posizioni all'interno del parco e avevo anche acquisito una buona dimestichezza con la compilazione e gestione di documenti. Così, quando inaspettatamente si è liberata una posizione manageriale, la mia direttrice mi ha proposto di ricoprirla: il giorno seguente ero al mio primo dei cinque giorni di training previsti dalle normative, in veste però di "manager supervisor". Così, da un’esperienza di studio in spagna mi sono ritrovato a svolgere un vero lavoro negli Stati Uniti. Addirittura in posizione da manager. Non avrei potuto chiedere di più.

* 23 anni, di Corte De‘ Cortesi con Cignone (Cr), studente del terzo anno del corso di laurea in Economia aziendale, indirizzo in Export management, facoltà di Economia e Giurisprudenza, campus di Cremona