Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Matteo (Mt 19,3-12)

Ascolta ""Dura lex" o "durus cor"?" su Spreaker.

Leggiamola la Parola di oggi, non andiamo a memoria. L’insieme è una miniera: un potente Ezechiele, un mirabile Isaia, un "duro" Gesù. Le parole più difficili sono di Gesù: sollecitato dai farisei a prendere posizione sul ripudio della moglie iscritto nella Legge mosaica, Gesù risponde riportando(ci) alla Creazione e al Giardino dove per l’uomo e la donna era possibile unirsi al punto da divenire «un'unica carne» (Gen 2,24). Siamo soliti pensare che dura sia la legge. Gesù ci rivela che duro è, al contrario, il nostro cuore. Tocca alla legge ammorbidirsi davanti all’evidenza: l’incapacità umana di abbracciare fino in fondo un altro, un’altra (anche Rilke, nella Seconda Elegia Duinese, ammonisce gli amanti: «E l’abbraccio, per voi, è una promessa quasi d’eternità»), la capacità, invece, di abbandonare e tradire del tutto. La Legge di Mosè mette un freno all’arbitrarietà violenta dell’abbandono, ma Gesù indica l’origine, dove l’unirsi totalmente e fedelmente a un altro essere umano – nella stupenda complementarità dei "diversi", maschile e femminile – era possibile fino in fondo. D’altronde, Gesù nasce da una donna "ripudiabile", che solo il "giusto" Giuseppe non abbandona (cfr. Mt 1,19), compiendo un gesto esemplare che supera la durezza, della legge e del cuore, nell’Amore.

Claudia Mazzucato
Docente di Diritto penale
Facoltà di Scienze politiche e sociali