Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Matteo (Mt 11,28-30)
Ascolta "Un’umiltà pacata che vuole tutto il mondo" su Spreaker.
Gesù, parlando di sé, si dice «mite e umile di cuore» (Mt 11,29); ma quanto sono poco usuali, la mitezza e l’umiltà, nel nostro tempo che ci vorrebbe tutti uomini di successo e non riesce a vedere come possano andare d’accordo la conquista del mondo e una mite umiltà. Eppure, non è un connubio impossibile, anzi.
Il grande mistico Divo Barsotti, parlando del cristianesimo russo, diceva: «la virtù che caratterizza la santità russa è un’umiltà pacata, una mansuetudine senza fondo; il tutto nella tensione assoluta all’unione con Dio».
Eccole unite, l’umiltà pacata e addirittura l’unione con Dio, che dà alle nostre conquiste un senso non violento.
E non si pensi che sia una cosa solo per mistici o per santi.
Ricordo la storia di un giovane russo, Vladimir Poreš, che nel 1980 si prese una condanna a cinque anni di lager (poi in prigione gliene aggiunsero altri tre) per aver organizzato degli incontri in cui si parlava del cristianesimo, e nulla più. Alla fine del processo, il giudice gli chiese che cosa avesse da lamentarsi come credente visto che non era mai stato perseguitato per motivi religiosi; e Poreš gli rispose: «Sì, sul lavoro mi hanno trattato bene […]. In prigione mi hanno concesso un libro di preghiere e la Bibbia. Grazie per tutto questo. Ma è poco; noi vogliamo tutto il mondo».
Adriano Dell’Asta, docente di Lingua e Letteratura Russa, Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere