Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Matteo (Mt 15,21-28)
Ascolta "Parola letteraria e progettualità di vita" su Spreaker.
Roberta Grazzani afferma che «lo scrittore è come una fontana che zampilla e non può fare a meno di zampillare». La sorgente creativa della parola letteraria è un dono da riconoscere come tale per poter dare frutto nella composizione cesellata del testo letterario. San Paolo ricorda che «i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili» (Rm 11,29) e il messaggio collima con l’esperienza della scrittura creativa. Rimane semmai delicato saper riconoscere e coltivare i propri talenti.
Il processo educativo nell’accezione etimologica di educere, ovvero far scaturire, diventa un orizzonte nodale per accompagnare la persona a divenire pienamente se stessa. Nel romanzo Muoio dalla voglia di conoscerti Aidan Chambers narra la crescita della vocazione espressiva nel protagonista. Karl vive il tormento adolescenziale del riconoscimento dei propri talenti, ma la via della ricerca interiore si rivela essenziale: «In quel preciso istante di disvelamento sai che il tuo futuro è deciso. Ti senti libero di essere chi sei» e hai perso la possibilità «di essere qualunque altra cosa». Con questo spirito il dono diventa ricerca fiduciosa, come ricorda il Vangelo di Matteo. La parola letteraria si incarna nell’autore come dono ricevuto e progetto di vita che non può non essere a propria volta donato a nuovi lettori.
Sabrina Fava
Professoressa Ordinaria di Letteratura per l’infanzia
Facoltà di Scienze della Formazione