Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Matteo (Mt 12,14-21)

Ascolta "Oltre la piazza e il palazzo" su Spreaker.

È un brano difficile quello di oggi, l’epilogo del terzo ‘round’ di un confronto tra Gesù e i farisei, iniziato durante una cena del primo con «pubblicani e peccatori» (Mt 9,9-13), proseguito «fra campi di grano» (Mt 12,1-8), e culminato — per il momento — in Sinagoga (Mt 12,9-13). Cristo si è confrontato sul significato del ‘bene ’parlando della legge mosaica. Più che evidenziare le aporie della posizione farisaica, però, Gesù appare impegnato a dimostrare come sia possibile e necessario contraddire la lettera della legge per garantirne lo spirito: ovvero realizzare compiutamente l’uomo, autorizzandolo a soddisfare i suoi bisogni primari, il cibo e la salute. Ma la sfida tra Gesù e i farisei è tanto teologico-morale quanto (involontariamente) politica, perché Cristo si rivolge ai malati e ai peccatori acquisendo un favore che gli fa guadagnare le simpatie del popolo, sottraendo consenso ai farisei che, presi in fallo, decideranno di ucciderlo. La reazione di Gesù è paradigmatica. Non è un populista che alimenta la tensione tra piazza e palazzo o che utilizza il popolo per guadagnare consensi, né un contestatore dell’autorità costituita che delegittima le istituzioni. Nonostante il favore del popolo, si allontana vietando a coloro che lo seguono di raccontare ad altri dei suoi gesti. Optando per questa de-escalation, ed evitando così di alimentare la polarizzazione sociale e politica, Cristo nasconde la sua forza e aspetta il suo momento, ma non rinuncia a operare concretamente e coerentemente al suo messaggio.

Mireno Berrettini, docente di Storia delle Relazioni Internazionali, Facoltà di Scienze Politiche e Sociali