Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Matteo (Mt 20,1-16)
Ascolta "L’unica dimensione veramente nostra" su Spreaker.
Una trattativa («si accordò con loro per un denaro al giorno»), un principio di giustizia contrattuale («non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro?»), una scelta di politica industriale («nessuno ci ha presi a giornata», «andate anche voi nella vigna»). Cose normali, della nostra dimensione.
A sparigliare le carte, però, le scelte sulla retribuzione. I patti con gli operai della prima ora sono rispettati. Ma per tutti gli altri vale la promessa unilaterale dell’imprenditore («quello che è giusto ve lo darò») e una crescente sproporzione tra lavoro e paga. Facile, quindi, introdurre contrapposizioni: contratto e dono, giustizia e misericordia, uomo e Dio.
E se ciò che pare antitetico potesse, invece, stare insieme? Anche la parabola difende la giustizia del contratto. Ma una società non è forse più compiuta se va oltre la proporzione dello scambio? Pochi, per esempio, obietterebbero alla norma costituzionale che riconosce il diritto del lavoratore a una retribuzione «in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa» (art. 36).
Come dimostrano gli operai della prima ora, Dio sorpassa i nostri criteri. A ben vedere, però, questa dimensione non nostra è la più adatta a noi. Anzi, in fondo, è l’unica veramente nostra.
Andrea Perrone
Docente di diritto commerciale
Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative