Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Luca (Lc 4,38-44)
Ascolta "Il miracolo della guarigione: tornare alla verità di sé" su Spreaker.
Cosa doveva aver provato la suocera febbricitante di Simone quando quell’uomo, giunto a Cafarnao, da tutti acclamato per il suo insegnamento nelle sinagoghe di Galilea, era entrato nella sua casa e si era chinato su di lei per guarirla? Quanto aveva sussultato il suo cuore davanti a quell’uomo che aveva lasciato di parlare alla folla per prendersi cura di lei, liberarla dal male e restituirla a se stessa, alla dimensione dell’amore e del servizio?
“Chìnati su ciascuno di noi, Gesù, e guarisci la nostra febbre. Liberaci dal male affinché, come la suocera di Simone, riacquistiamo la consistenza originaria del nostro io, fatto a immagine somiglianza di Te e dunque fatto per amare e per servire”.
Nessuna parola umana meglio di quella di Dante ha saputo dire la liberante vertigine di questa verità, che l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio. Alla fine del suo viaggio (Pd. XXXIII 115-132), al poeta si offre la visione del mistero della Trinità e dell’Incarnazione, rappresentato nel fulgore dei «tre giri / di tre colori e d’una contenenza»: a lui che vi fissa lo sguardo, il giro che appare nascere dal Padre come luce riflessa si rivela «pinto della nostra effige». È un volto umano quello che Dante contempla in quella visione divina: il suo, il nostro.
Mariateresa Girardi
Docente di Letteratura italiana e di Tecniche espressive dell’italiano
Facoltà di Scienze linguistiche e letterature stranier