Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Matteo (Mt 15,1-2. 10-14)
Ascolta "Provocazioni utili e inutili" su Spreaker.
Nei Vangeli non è infrequente incontrare Gesù che, con comportamenti apertamente provocatori, scandalizza i suoi contemporanei, in particolare quelli che si credono giusti e pii, in nome di un formalismo senza cuore. Non faceva le abluzioni rituali prima dei pasti e non le faceva fare nemmeno ai suoi discepoli. Anche di questo viene accusato. Ma la sua non è una provocazione fine a se stessa, finalizzata a far parlare di sé o delle sue opere, come accade spesso oggi, tra artisti con un ego ipertrofico e intellettuali che trasformano la dialettica in scambi di insulti. In ambito psicologico gli atteggiamenti provocatori sono spesso considerati il sintomo di una perdita di fiducia nel poter costruire, controllare e garantire il futuro che si desidera. Sono un modo per tenere a bada le proprie paure, la propria insicurezza. Non è questo il caso del Nazareno. Gesù non era un adolescente in cerca di un futuro, non era un “iconoclasta” e nemmeno un anarchico che distruggeva per principio. La sua pars destruens era il solo modo di scuotere la coscienza – e la vita – di chi aveva imprigionato la fede in un’istituzione. Premessa necessaria alla pars costruens, orientata a un nuovo modo di essere in relazione con Dio e con i fratelli.
Giovanni Valtolina
Docente di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione
Facoltà di Scienze Politiche e Sociali